Currency Act

Currency Act (in italiano Legge sulla valuta) o Paper Bills of Credit Act (in italiano Legge sulle banconote)[1][2] è una delle diverse leggi emanate dal Parlamento della Gran Bretagna per regolamentare la carta moneta emessa dalle colonie dell'America Britannica. Queste leggi miravano a proteggere i mercanti e i creditori britannici dal ricevere pagamenti in valuta coloniale svalutata. La politica creò tensioni tra le colonie e la Gran Bretagna e fu citata come motivo di lamentela dai coloni all'inizio della Rivoluzione Americana. Tuttavia, l'opinione dominante tra gli storici economici e gli economisti moderni è che i debiti dei coloni nei confronti dei mercanti britannici non furono una causa importante della Rivoluzione. Nel 1995, un sondaggio casuale condotto su 178 membri dell'Economic History Association rivelò che il 92% degli economisti e il 74% degli storici non concordavano con l'affermazione: "I debiti dei coloni verso i mercanti britannici e altri privati costituivano una delle cause più potenti che portarono alla Rivoluzione".[3]

  1. ^ (EN) Great Britain, Current Law Statutes Annotated, Sweet & Maxwell., 1995, pp. 131.
  2. ^ (EN) James Livesey, Free Trade and Empire in the Anglo-Irish Commercial Propositions of 1785, in Journal of British Studies, vol. 52, n. 1, gennaio 2013, pp. 103–127, DOI:10.1017/jbr.2012.62, ISSN 0021-9371 (WC · ACNP).
  3. ^ (EN) Robert Whaples, Where Is There Consensus Among American Economic Historians? The Results of a Survey on Forty Propositions, in The Journal of Economic History, vol. 55, n. 1, marzo 1995, pp. 139–154, DOI:10.1017/S0022050700040602, JSTOR 2123771.

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